Postato su 2015-02-20 In Santuario Originale

La Casa dell’Alleanza – la nostra casa a Schoenstatt

SCHOENSTATT, mda. Se non ci fosse stata la Casa dell’Alleanza, con la sua meravigliosa struttura, non sarebbe stato possibile preparare e realizzare le celebrazioni del Giubileo a Schoenstatt. Lo sappiamo bene e per questo ringraziamo di cuore i proprietari e gli amministratori – la Fondazione cilena Maria Reina del Trabajo e la Schoenstatt-Bundesheim International e.V. Ma adesso? Il Giubileo è finito. Cadrà di nuovo nell’oblio la Casa dell’Alleanza? No, dice p. Egon M. Zillekens dopo l’ultimo incontro della Bundesheim International e.V. che si è tenuto agli inizi di febbraio. La Casa dell’Alleanza non verrà chiusa. La Fondazione in Cile sta cercando dei modi per consegnare la Casa dell’Alleanza completamente a Schoenstatt e p. Zillekens spera che si possa riuscire nell’intento. Nel frattempo, possiamo tracciare qualche bozza di quello che potrebbe accadere alla Casa, alla “nostra casa” a Schoenstatt.

Domenica sera, 1 febbraio, il Santissimo Sacramento è tornato all’oratorio della Casa dell’Alleanza. I membri della Bundesheim International e.V. presenti – Pilar e Luis Jensen, il dott. Kleinitzer, Birgitt Winter e p. Egon M. Zillekens, insieme a Alicja Kostka, Hanna Grabowska e il sig. Butz – hanno celebrato la Santa Messa nell’oratorio della Casa dell’Alleanza. L’ostensorio contiene ora quell’ostia consacrata durante quella Messa. In futuro, l’adorazione del Santissimo e, a volte, la Santa Messa si terranno sempre in questo oratorio, nello stesso corridoio in cui si affaccia la stanza di p. Kentenich. “Non sarà una cosa organizzata, ma accoglieremo tutte le iniziative che la vita offrirà”, ha detto p. Zillegens. Iniziative come quelle prese da Alicja Kostka e Hanna Grabowska, che immaginano di poter vivere nella Casa dell’Alleanza e prendersene cura.

Una mostra permanente: i progetti della Cultura dell’Alleanza

Una iniziativa concreta è già in corso di preparazione: si sta programmando di esporre in una mostra, allestita nelle stanze opposte all’ingresso principale, i progetti presentati nelle cinque tende della Cultura dell’Alleanza, durante il Giubileo. Ci sarà un display che cambia, che vive, e con il quel si potrà lavorare, fa notare p. Zillekens che aggiunge: “Le persone potranno anche incontrarsi qui, discutere e prendere una tazza di caffè”.

Trascorrere una settimana vicino al Fondatore

Possiamo addirittura andare oltre con l’immaginazione e pensare a un piano da sviluppare in questa casa per Schoenstatt. La si può immaginare come una sorta di centro di comunicazione e di servizio che porti avanti quel sogno della “nostra casa a Schoenstatt”, una casa che offra servizi quali strumenti tecnologici per conferenze, traduzioni simultanee, un centro telefonico e per i media. … “Schoenstatt non ha ancora un piccolo pub dove potersi incontrare la sera…” Suonava così una canzone del Carnevale di Schoenstatt di Colonia, ed è ancora così.

Anni fa, un collaboratore argentino di Schoenstatt.org aveva espresso il desiderio di trascorrere una notte nella stanza di p. Kentenich. “Forse non proprio nella sua, ma in una stanza vicina a quella del fondatore, si potrebbe offrire di trascorrere una settimana”, dica ancora p. Fr Zillegens. Un ritiro davvero diverso, in una stanza vicina a quella di p. Kentenich, per sperimentare semplicemente la sua vicinanza, l’incontro con lui…

Alla fine della Santa Messa, è stata poi incoronata la Madre e a lei sono state affidate tutte le intenzioni sul futuro della Casa dell’Alleanza. Abbiamo incoronato una semplice MTA, delle dimensioni di una cartolina, che il sig. Arrau aveva regalato al custode della Casa dell’Alleanza alla fine dei lavori nel 1998. È stata ritrovata da poco, impolverata… l’abbiamo rispolverata e tirata a lucido, proprio come la Casa dell’Alleanza, e va dritta verso il futuro.

E chissà…

Ma forse, chi può dirlo, qualcosa di totalmente differente c’è nei piani della Divina Provvidenza. L’ondata dei rifugiati di guerra non accenna a diminuire. Le istituzioni della Renania-Palatinato non sanno più dove ospitare i rifugiati durante questo inverno. Allora, qualcuno ha pensato a conventi, luoghi di pellegrinaggio, e ha trovato un articolo scritto nell’Avvento del 2014 sui rifugiati provenienti dall’ Iraq, dal Kossovo, … cristiani, musulmani…persone prima di tutto.

Forse è un sogno. Forse sarà impossibile, perché, nonostante la Casa dell’Alleanza abbia molti posti letto, non c’è acqua corrente. Eppure, forse, l’impossibile potrebbe diventare possibile.

“Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso”. Queste sono state le parole di Papa Francesco pronunciate l’11 febbraio in occasione della tragedia avvenuta al largo di Lampedusa in cui almeno 300 persone sono morte.

“Solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso”.

E chissà, allora, quest’inverno, la Casa dell’Alleanza diventerà “la nostra casa a Schoenstatt” per le persone provenienti dalla Siria e dai Balcani.

Originale: Tedesco. Traduzione: Pamela Fabiano, Italia

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